FUGATTI TIRA LA CORDA? I SINDACATI RISPONDONO

Autonomie Locali
| 6 giugno 2021

Trento, 6 giugno 2021 - E adesso siamo allo scontro. Dopo le parole di Fugatti che a margine del Festival dell'Economia aveva sbattuto la porta in faccia al rinnovo del contratto del pubblico impiego locale, è arrivata la risposta unitaria dei sindacati. La motivazione speciosa addotta da Fugatti è sempre la stessa: mancano i soldi (60 milioni) perché da Roma non ci rendono gli arretrati, motivazione alla quale si aggiunge la considerazione secondo cui la solidarietà con le categorie colpite dalla crisi impone di non rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici, come se questi ultimi godessero di minore dignità rispetto agli altri, tanto da poter aspirare ad un riconoscimento solo quando è il loro turno, ovvero l'ultimo, dopo che tutti gli altri sono stati debitamente e giustamente indennizzati. Insomma, ai dipendenti pubblici solo le briciole, tanto per alimentare il solito stereotipo del pubblico impiego fannullone. C'è molta demagogia in questo atteggiamento della Giunta e forse anche lo sfoggio di un certo machismo leghista che nel "tirare la corda" cerca quella dimostrazione di forza di cui ha bisogno per compensare l'impotenza di una gestione politica drammaticamente carente di visione, progettualità e strategia, se non altro a livello locale. La risposta dei sindacati, come dicevamo, non si è fatta attendere. Cgil, Cisl, Uil e Fenalt hanno ricordato al Presidente la prova di solidarietà già offerta dal pubblico impiego che, salvo l'ultimo rinnovo, è reduce da un blocco contrattuale di una decina d'anni imposto dal Governo Monti per rimettere a posto i conti dello Stato, a beneficio di tutte le categorie. "Quelle di Fugatti sono parole gravi - scrivono in un comunicato congiunto i quattro sindacati - perché ancora una volta si tirano in ballo presunte insostenibilità economiche e soprattutto la "non opportunità" di rinnovare i contratti pubblici, continuando nella contrapposizione in modo demagogico e populistico tra lavoratori dei servizi pubblici ed altre realtà economiche, che hanno subito peggiori conseguenze della pandemia". Se mancano le risorse per il rinnovo, però, vien da chiedersi se il problema non sia un altro: l'Autonomia trentina ha forse esagerato nel rivendicare competenze che non riesce più a finanziare? "C'è una questione altrettanto grave che si impone - dicono i sindacati - ed è quella della sostenibilità politica ed economica delle svariate funzioni che la nostra Autonomia esercita in via diretta o delegata dallo Stato, perché se non vi è sostenibilità economica per rinnovare i contratti pubblici trentini, occorrerà evidentemente rivalutare le condizioni di particolare autonomia di cui gode la provincia di Trento in tema di ordinamento degli uffici provinciali e del personale ad essi addetto". Cgil, Cisl, Uil e Fenalt concludono annunciando una manifestazione di protesta per il 18 giugno.  "Per queste ragioni l'iniziativa si rende ancora più necessaria. Valuteremo con le lavoratrici ed i lavoratori le iniziative politiche o sindacali e giudiziarie per far cambiare idea al presidente Fugatti a partire dalla manovra di assestamento. Lo aspettiamo fuori dal gazebo il 18 giugno in Piazza Dante". Ricordiamo che in tribunale questa Giunta è già stata messa "ko" dal Sindacato sul piano dei diritti dei lavoratori. Ma pare che l'esperienza non insegni ad evitare figuracce che politicamente non saranno senza costi.

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