SMART WORKING IN DEROGA FINO AL 31 DICEMBRE E SENZA SOGLIE

Pubblico Impiego
| 2 maggio 2021

Trento, 2 maggio 2021 - Il decreto legge con le proroghe di primavera ha finalmente messo una parola definitiva sulla questione dello smart working. Il lavoro agile semplificato rimane una misura di contenimento dei contagi adottabile nella PA fino al 31 dicembre 2021. Sparisce la soglia della percentuale minima del 50% che ha guidato finora i dirigenti nella sua applicazione. Sopravvive quindi la deroga alla stipula dell'accordo individuale (art. 87, DL 18/2020) e l'obbligo di applicare il lavoro agile da parte delle amministrazioni, ma esce di scena l'indicazione del livello minimo individuata dall'articolo 263 del decreto Rilancio. L'intervento è mirato a valorizzare l'autonomia delle pubbliche amministrazioni senza trascurare di ribadire l'importanza dello strumento come misura di contenimento dei contagi. Con questa nuova formulazione tuttavia non si potrà non tenere conto delle specificità delle singole amministrazioni. In altre parole, ci sarà spazio per percentuali di lavoro agile inferiori al 50% dove le capacità organizzative non siano in grado di reggerle in termini di qualità ed efficienza dei servizi erogati, così come si aprirà lo spazio a percentuali superiori al 50% laddove le caratteristiche organizzative e la tipologia dei servizi erogati lo consentano senza risentirne. Restano comunque gli inviti del legislatore ai dirigenti di darne massima applicazione in emergenza sanitaria. Fuori dall'emergenza - e sembra questa la direzione che si assumerà - il lavoro agile dovrà conservare il suo duplice obiettivo di conciliare vita e lavoro e di aumentare le performance dell'organizzazione. Per il futuro l'unica soglia che resta è quella minima del 15% da applicare nel 2022 qualora l'amministrazione non si doti di un Piano organizzativo del lavoro agile (Pola) che per ora resta strumento di programmazione opzionale e non obbligatorio.

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