SMART WORKING PUBBLICO: LA BOZZA DEL DECRETO

Pubblico Impiego
| 29 aprile 2021

Trento, 29 aprile 2021 - "Smart working pubblico fino al 30 settembre e senza soglie minime". A dirlo è ItaliaOggi del 28 aprile (pg. 36) secondo cui lo schema di decreto legge proroghe, atteso nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri, semplificherebbe la gestione del lavoro a distanza nella PA, ma renderebbe obbligatorio il P.o.l.a. (Piano organizzativo del lavoro agile). Uno dei punti maggiormente critici della disciplina del lavoro agile nell'ambito del lavoro pubblico è stata finora la previsione di percentuali minime di dipendenti da adibire all'attività in remoto. Ogni organizzazione ha le sue specificità, e definire a monte una percentuale minima significa trascurare la varietà delle situazioni concrete (tecnologiche, professionali, istituzionali): in molti casi ciò può compromettere la sostenibilità dell'iniziativa. Il decreto pertanto dovrebbe eliminare ogni riferimento a queste percentuali. L'importante è che questo non sia un comodo pretesto per fare un passo indietro sullo smart working e ripudiare il cammino finora compiuto verso una PA più moderna e flessibile anche sul piano organizzativo. La bozza dovrebbe anche chiarire quale sia il termine di applicazione dello smart working in deroga all'obbligo della accordo individuale, previsto dalla legge 81/2017. L'articolo 37 comma 1 del Decreto-legge 18/2020 sarebbe già sufficiente, perché dispone che il lavoro agile in deroga si applichi finché dura lo stato di emergenza prorogato ad oggi al 31 luglio 2021. La bozza del decreto però andrebbe oltre fino a prevedere che lo smart working emergenziale sia attivabile fino alla definizione della disciplina del lavoro agile da parte dei contratti collettivi. E comunque non oltre il 30 settembre 2021.

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