CAOS NELLE SCUOLE PER LA NORMA SCORCIATOIA

Scuola
| 2 settembre 2022

Trento, 2 settembre 2022 - Trento, 2 settembre 2022 – In una delle mille pieghe della legge finanziaria per il 2022 (Legge provinciale 22 del 27.12.2021), la Provincia autonoma di Trento ha silenziosamente inserito alcune righe (articolo 23) che estendono ai Dirigenti scolastici la «possibilità» di rinnovare il contratto a tempo determinato stipulato con i docenti l’anno precedente, per un massimo di due annualità. La norma, apparentemente piena di buon senso e giustificata con la finalità di favorire la continuità didattica, si rivela invece discriminatoria e, probabilmente, anticostituzionale.
 
La rinnovabilità dei contratti è già prevista dall’art. 93 della Legge provinciale 7 agosto 2006 n. 5 che riserva tale eventuale possibilità alla Provincia stessa, e che è rimasta finora sostanzialmente inapplicata anche perché su di essa pende da anni una sentenza della Corte Costituzionale.
 
La novità ora introdotta consiste nel trasferire ai Dirigenti scolastici il potere di decidere sul futuro lavorativo dei docenti precari. Si può stimare che tale disposizione abbia prodotto in queste settimane circa 400 rinnovi, anche se i dati precisi, richiesti da Fenalt, non sono ancora pervenuti.
 
La criticità risiede nel fatto che la norma, nel contesto del complesso sistema trentino di assegnazione delle supplenze, produce come conseguenza una perturbazione dell’ordine in cui gli insegnanti sono inseriti nelle Graduatorie provinciali per titoli e nelle graduatorie d’istituto, che è l’unica garanzia di equità, oltre che l’ultimo presidio della trasparenza che la Costituzione della Repubblica prescrive per le procedure di assunzione del personale nel pubblico impiego.
 
Non basta. Sul piano dei rapporti di fatto tutti i docenti precari in Trentino si trovano in una posizione di estrema ricattabilità da parte dei Dirigenti scolastici, che possono avvalersi o meno della facoltà di rinnovarne il contratto: la norma non stabilisce nessun criterio oggettivo di valutazione, ma lascia totale discrezione ai Dirigenti.
 
E’ quindi prevedibile che nelle prossime settimane si scateni sulla Provincia autonoma di Trento una pioggia di ricorsi e controricorsi. Fenalt ha già ricevuto decine di richieste in questo senso, che metteranno in seria difficoltà il Dipartimento Istruzione, i Dirigenti scolastici e soprattutto finiranno per compromettere proprio quella continuità didattica che si voleva favorire.
 
"E’ opportuno quindi che tale norma sia abrogata al più presto" - ha affermato il segretario generale della Fenalt Maurizio Valentinotti (in foto)
 
Fenalt fa appello alla Giunta e al Consiglio provinciale, alle forze politiche che hanno votato questa Legge e alle organizzazioni sindacali che eventualmente l’hanno sostenuta, affinché si possa rimediare ai danni e alle ingiustizie che si stanno producendo.
 
Fenalt ribadisce quanto da sempre va sostenendo: per garantire la continuità didattica esiste solo la strada della stabilizzazione dei docenti. Le scorciatoie generano inevitabilmente più danni che benefici.

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