MUSE: PRECARI IN PROTESTA
Trento, 19 agosto 2022 - Non si placano le proteste dei "precari" del Muse: la loro stabilizzazione nell'organico del museo appare ancora un miraggio. C'è solo da augurarsi che nel corso della campagna elettorale si riesca a strappare qualche promessa in più per il futuro. I cosiddetti precari sono dipendenti a tempo determinato o indeterminato di cooperative fornitrici di servizi, di cui l'istituzione si avvale per soddisfare un fabbisogno che dopo tanti anni va considerato a buon diritto strutturale, sempre che non si consideri l'intera organizzazione come qualcosa di ancora precario. Per far funzionare le attività sia in orario feriale che festivo o serale e notturno, i lavoratori che in questi giorni protestano, sono indispensabili. A poco vale la difesa del Museo che osserva come "la demonizzata esternalizzazione ha comunque permesso l'assunzione a tempo indeterminato del personale e la garanzia di diritti fondamentali quali congedi ed altri aspetti contrattuali salvaguardati". Molti lavoratori sono stati assunti a tempo indeterminato dalle cooperative, ma naturalmente i contratti sono soggetti a scadenza, a successive gare di appalto e il rinnovo, quindi, non è mai scontato. In altre parole si tratta di assunzioni a tempo indeterminato piuttosto precarie. Negli anni molti hanno preferito abbandonare il Museo per alternative più stabili. La frequenti defezioni hanno prodotto una perdita di competenze che ha comportato costi aggiuntivi per la formazione dei nuovi addetti. Sarebbe ora che il fabbisogno di personale del Muse fosse preso sul serio, riscattando l'intera struttura da quell'alone di precarietà che continua connotarla, nonostante la apprezzata reputazione mondiale che si è conquistato. Col perdurare di una situazione di questo tipo il servizio non migliorerà: l'insoddisfazione del personale pregiudica sempre la qualità del lavoro. Sarebbe uno dei più grandi autogoal che il Trentino potrebbe farsi.