CONTRATTO PAT: L'ENNESIMA INTESA FUMOSA

Trento, 31 ottobre 2023 – “Abbiamo deciso di firmare l’intesa per senso di responsabilità, non certo per convinzione. Per questo non ci limiteremo alla firma, ma sfideremo Fugatti a rispettare le promesse e a trovare altre risorse per il triennio 2022-2024”. Spiega così Maurizio Valentinotti, segretario generale Fenalt, la posizione assunta dal Sindacato nell’ambito dell’incontro di ieri pomeriggio fra OOSS e Apran sul rinnovo del contratto delle Autonomie locali. Valentinotti non nasconde la sua insoddisfazione per come procede la trattativa: “Abbiamo firmato l’intesa solo per superare una fase di stallo, che in una situazione come questa non giova ai lavoratori. Questo è l’ennesimo accordo propostoci da Apran. Ma le cose in sostanza non cambiano: gli incrementi tabellari sono sempre quelli previsti dal protocollo del 18 luglio 2023 che Fenalt non ha firmato perché non consente di recuperare la grave perdita del potere di acquisto prodottasi nel 2022. Quell’intesa è stata sottoscritta da una minoranza, ovvero da Uil e Cisl, e ad oggi appare sempre più aleatoria. Infatti – continua il Segretario – nel nuovo testo non c’è alcuna garanzia né sulle coperture né sui tempi. Tutto viene subordinato all’emanazione di direttive conseguenti alle manovre di bilancio e alle risorse di volta in volta disponibili. Un copione già letto”.
Valentinotti ricorda che sono ben 39.000 i lavoratori (8.000 addetti della sanità, 9.000 della scuola, 2.000 personale Ata, 4.000 provinciali, 5.000 dipendenti dei Comuni e 4.500 delle case di riposo) che attendono il rinnovo e che i 170 euro lordi di aumento di cui parlano gli altri sindacati sono ben lontani dalle somme reali che finiranno nelle bustepaga dei lavoratori. “Non è giusto illudere tante famiglie sulla base di un accordo così vago. Non si può nascondere, infatti, che nella delibera PaT che accompagna le direttive contrattuali c’è scritto che le risorse arriveranno dall’"accordo di San Michele", cioè dall’accordo tra Fugatti e il ministro Giorgetti firmato il 25 settembre, dove, a ben guardare, da parte dello Stato c’è solo un impegno verbale a reperire i soldi che spettano al Trentino senza una precisa indicazione temporale. E visto che le casse dello Stato non godono di buona salute – conclude Valentinotti - non c’è motivo per essere allegri”.